Buon 25 aprile, pure a voi

… Di fronte a questa festa potete fare un po’ quel che vi pare: impipparvene, non riconoscervi, contestarla, cogliere l’occasione per qualificare partigiani e antifascisti come briganti e assassini; non vi porterà esattamente il mio plauso, ma potete farlo. 

Perché il punto è proprio questo, signori: voi potete farlo perché abbiamo vinto noi. Aveste vinto voi, oggi saremmo costretti tutti a festeggiare che so, il Giorno del Trionfo Fassista, o perlomeno ci sarebbe concesso defilarci ma guai a parlarne male. Invece voi siete liberi di farlo. 

Girateci intorno fin che vi pare, ma oggi si festeggia una oggettiva verità: che è meglio per tutti, che l’Italia, dal 25 aprile 1945 in poi, l’abbiamo fatta noi.

Buon 25 aprile, pure a voi.

 

(fonte)

Mirafiori e i vizi del consenso

In un moderno stato democratico, dove tutti sono uguali, le leggi sono al di sopra di tutti e uguali per tutti, ma prima ancora le leggi sono fatte per il bene di tutti, per il bene di ciascuno (art. 3 della Costituzione).

In un moderno stato democratico, dove tutti sono uguali, le dichiarazioni rese in uno stato di sudditanza psicologica, sotto pressione esterna per paura di esporre sé o i propri familiari ad un danno ingiusto, non possono avere alcuna rilevanza.

In un moderno stato democratico, nella nostra repubblica democratica, il vizio del consenso rende un contratto annullabile.

In un moderno stato democratico, il consenso è viziato per violenza quando la parte esprime il proprio consenso sotto la minaccia di subire un male ingiusto e notevole a sé stessa. In questo caso, si ritiene che il consenso sia stato estorto esercitando una violenza psicologica.

In un moderno stato democratico, la violenza psicologica esercitata nei confronti di una parte contraente deve essere tale da esercitare una pressione psicologica tale da far temere ad una persona sensata di esporre sé stessa ad un male ingiusto e notevole.

In un moderno stato democratico, questo tipo di violenza è legata al timore riverenziale che ha la parte contraente verso altri per l'importanza della loro posizione nell'ambiente sociale (articolo 1437 del Codice civile).

In un moderno stato democratico, questo tipo di violenza è legata al timore del pericolo del danno ingiusto e notevole che la parte contraente percepisce di poter subire (articolo 1435 del codice civile).

Nel nostro moderno stato democratico, nella nostra repubblica democratica fondata sul lavoro, quando un imprenditore chiede ai propri lavoratori di rinunciare ai propri diritti minacciando di chiudere un'azienda trasferendola all'estero, quando il presidente del consiglio afferma che tale minaccia risulta fondata e comprensibile, siamo di fronte ad una pressione psicologica tale da invalidare qualunque contratto conseguente e successivo firmato dai singoli lavoratori (articoli 1 e 3 della Costituzione; articoli 1427, 1434, 1435, 1437 del Codice civile).

Nella nostra repubblica democratica, gli esiti del referendum di Mirafiori rendono invalide tutte le rinunce conseguenti e successive a cui sono stati chiamati i lavoratori. E' la legge che lo afferma. E' lo stato di diritto che lo garantisce. (…)

(di Ernesto Maria Ruffini per Metilparaben)

a ciascuno il suo


L'idea di prender
[per far politica] gente dalla società civile equivale a quella di prendere un avvocato per curarsi la gotta, o un veterinario per riparare lo sciaquone otturato del water: io conosco avvocati geniali e veterinari bravissimi, ma se mi si rompe lo scarico del cesso, guarda un po', preferisco affidarmi ad un idraulico.
Perché mai con la politica la cosa dovrebbe funzionare diversamente? Forse governare un paese è più semplice che sostituire un passo rapido?

(mfisk)

I agree.

 

punti di vista

La mia comunicazione è deficiente.

Oppure lo sei tu.

Dobbiamo solo metterci d'accordo.
 

Se la nutella® fa schifo, o sei vecchio tu o è vecchia la nutella®.

(o anche entrambe le cose)

Leggo con consapevole e colpevole ritardo l’ultimo post di Marassi.
Che, neanche a dirlo, è illuminante.
Perché di una logica disarmante.

Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
E mentre ascoltavo Dacia Maraini che parlava di questo grande esempio di inciviltà, ho fatto una riflessione.
Mentre se si parla di politica, di educazione, di abitudini, e via dicendo, si trova sempre qualcuno che non è d’accordo e lo dice, se si parla di violenza sulle donne, in special modo quella domestica, la più subdola, quella perpetrata da coloro che dovrebbero amarti e difenderti, non c’è mai nessuno che non sostenga che è una vergogna, una schifezza, …
Ma allora, chi è che le picchia, che le umilia, ‘ste donne?

ù|ni|co
agg., s.m.
FO
1 agg., che è il solo esistente del suo tipo o specie; che non ha uguali, simili, antecedenti o seguenti: un modello, un volume, un esemplare u.; l’unica volta che l’ho visto | più u. che raro, irripetibile
2a agg., con valore enf., di qcn., che si distingue per pregi, virtù, capacità rare: è una persona unica, è un amico u.
2b agg., con valore enf., di qcs., che non ha eguali per valore, importanza, pregio e sim.: un pittore dal genio u., un castello u. al mondo
3a s.m., chi è solo a fare, a dire qcs.: non sono l’u. a pensarla così, sarai l’u. che si opporrà
3b s.m., il solo esemplare: quest’abito è l’u. di colore rosso, è l’u. rimasto
4 s.m. TS filos., l’individuo in quanto singolare, irripetibile, eccezionale

pre|va|lèn|te
p.pres., agg.
1 p.pres., agg. ⇒prevalere
2 agg. CO che prevale, che ha il sopravvento: lo studio è il suo interesse p.
3 agg. CO numericamente maggiore: il numero degli astenuti era p.

Io che sono mentalmente matematica (e ancora non mi spiego per quale ragione il giudizio che accompagnava il voto del diplima diceva "si consiglia di proseguire gli studi in materie umanistiche"), ogni volta che c’è una manifestazione di piazza mi chiedo se non sia possibile fare una stima dei partecipanti credibile in base alla capienza dei luoghi "occupati", invece di tirare a indovinare (sia da parte degli organizzatori che dagli organi di governo).
E, guarda un po’, c’è.

mancati sillogismi

Se un ex marito che si dimette deve mantenere comunque l’ex moglie, per quale ragione l’ex moglie che si dimette avrebbe invece dirtto ad essere mantenuta dall’ex marito?

cogito ergo sum

È logico pensare che un parcheggio che è all’ombra alle nove del mattino non lo sia più alle due del pomeriggio.
È altrettanto logico supporre che se alle nove del mattino l’ombra è sul lato A dell’edificio, alle due del pomeriggio sia sul lato opposto.

Temperatura interna della macchina alle due del pomeriggio: non rilevabile.
Forse con l’incidente mi si è scollegato qualche neurone.

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